ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SULLA TRAMA, INCLUSE IMMAGINI DEL FINALE
C’è qualcosa che si agita in pancia alla fine di The Last of Us Parte II. È qualcosa che macera già nelle ore finali di gioco e che è sta lì, nello stomaco a rimestare, perché è complicato da elaborare, una sensazione rara e come tale difficile da decodificare. È difficile ridurre a parole, e quindi venire a capo, di ciò che è frutto dell’unione di luci, battute, gameplay, montaggio, racconto e colonna sonora.
Per questo ci vuole un po’ per elaborarlo. Come del resto ci sono volute 30 ore di agguati, appostamenti, cani massacrati, amici uccisi e un’infinità di guardie soffocate e californiani pazzi trucidati per arrivare al punto vero di questo sequel di The Last of Us. Un punto che niente ha a che vedere con il primo gioco (una storia bellissima tra un padre e una figlia che non sono davvero tali, in cui alla fine l’amore personale ed egoista ha la meglio sul destino dell’umanità) e tutto a ...
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